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Prediligi tecniche SEO Black hat (cappello nero) o White hat (cappello bianco) nelle tue strategie di link building?
Credo di poter affermare che, come accade a volte nella vita, anche per le tecniche SEO e le strategie di link building bisogna imparare a schierarsi. A volte, non puoi far coesistere soluzioni bianche e nere nello stesso tempo. Infatti, capita che hai bisogno di capire da che parte stare e devi schierarti dalla parte dei bianchi o dei neri.
Proprio per questo motivo hai bisogno di capire…
Che tecniche SEO utilizzare: Black hat o White hat?
Vuoi utilizzare tecniche assolutamente in linea con le rigorose guide di Google? Ti piace correre rischi e tentare con tecniche spinte e, probabilmente, anche pericolose? Sei dalla parte dei White hat con la tua strategia di link building, oppure no?
Assicurati di non credere ai miti di link building pericolosi! Anzi, guarda questo video su cosa pensa Google per recuperare, le eventuali penalizzazioni, da un periodo di link spam.
Sii proattivo, studia ma poi scendi in campo e prova, prova e prova. Non esiste miglior palestra che il mettersi in gioco per capire cosa funziona e cosa no. Le prove e le misure di sicurezza contro quei miti per mantenere e migliorare le tue classifiche, te le danno le azioni che andrai a compiere tu stesso per migliorare il posizionamento del tuo sito web nei motori di ricerca.
Il posizionamento organico nei motori di ricerca, in altro modo conosciuto come SEO, è una raccolta di metodiche e azioni di marketing, più o meno popolari, sui motori di ricerca. L’obiettivo principale di tali tecniche SEO, per il posizionamento nei motori di ricerca (come suggerisce il nome), è quello di migliorare la classifica del sito nelle varie SERP dei motori.
In questo ultimo decennio un’intera industria di consulenti è nata intorno all’idea di ottimizzazione dei motori di ricerca. Esistono aziende che hanno basato la loro fortuna proprio sulla poca conoscenza degli strumenti e delle loro potenzialità da parte della massa.
Dunque, è importante farti osservare che esistono due metodologie distinte e differenti, ma anche due filoni di pensiero quando si tratta di ottimizzazione.
In realtà i consulenti SEO stessi, con i loro metodi, possono essere suddivisi ulteriormente in due gruppi diversi:
1. La categoria meglio conosciuta come “White hat SEO” (che si concentra sul miglioramento della qualità generale del sito, cercando di fare delle azioni a lungo termine per risultati più stabili e duraturi nel tempo. Oltre questo, s’impone di aumentare il ranking del sito attraverso metodi approvati e che piacciono agli algoritmi di Big G).
2. La categoria “Black hat SEO” (molto spesso contestata dai primi per l’utilizzo di metodi poco puliti che utilizzano per migliorare i risultati organici di un sito web. Spesso usano metodi deprecati dai motori di ricerca, capaci di ingannare i loro bot con azioni come il cloaking – vedi cosa dice Google sul cloaking – e lo spam per aumentare le classifiche in modo rapido e spinto. Tuttavia, l‘utilizzo di queste tecniche SEO può davvero mettere a rischio la visibilità di un sito web, con la rimozione dello stesso sito dagli elenchi dei motori di ricerca.
Come appena accennato, ormai è perenne la lotta tra quelli schierati tra i White hat che accusano i metodi dei Black hat di creare una nomea poco gratificante alla SEO. Gli accusano di condizionare e minare le classifiche dei motori di ricerca.
I Black hat rimandano al mittente tali accuse. Contrastano le loro discussioni e sostengono, a loro difesa, che in realtà tutto il SEO è un tentativo di manipolare le SERP. Puntellano la loro tesi affermando che i metodi SEO particolari, da loro utilizzati, comunque migliorano la visibilità di un sito e, per questo, sono da considerarsi irrilevanti. In altre parole, il fine giustifica i mezzi. Ammettono di utilizzare astutamente delle tecniche SEO poco chiare giustificando il tutto con i risultati finali che poi ottengono.
A questo punto quali sono le
Tecniche SEO
utilizzate dalle due categorie?
Tecniche White hat
Solitamente, queste tecniche SEO si rifanno a ciò che dicono le linee guida indicate dai motori di ricerca. Fondamentalmente, seguire gli aggiornamenti di un motore di ricerca come ad esempio Google, capace di perfezionare il suo algoritmo diverse centinaia di volte l’anno, per offrire ai suoi fruitori i migliori risultati possibili in termini di pertinenza e qualità, non è affatto semplice. Proprio per questo non bisogna essere ferrei e pronti ad ogni variazione degli algoritmi.
Alcuni consigli che danno gli esperti White hat SEO sono:
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creare contenuti più user-friendly
Cerca di evitare il più possibile di offrire soltanto contenuti utili ai motori di ricerca. Per questo assicurati che il tuo sito offra agli utenti una notevole esperienza positiva durante la loro permanenza. Porta i tuoi lettori su pagine pertinenti a ciò che cercano, in modo da offrirgli il maggior numero di informazioni possibili. Più sarà buona l’esperienza e la navigazione all’interno del tuo sito, più sarà influenzata positivamente l’attività di SEO. Se gli utenti trovano informazioni rilevanti, ottenendo risposte valide rispetto a ciò che cercano, saranno orientati a rimanere più a lungo sul tuo sito. Più tempo rimarranno sul sito, più il tuo SEO migliorerà nel complesso.
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Avere contenuti di ottima qualità
Ad esempio, secondo Panda (il primo algoritmo di Google degno di nota, capace di cambiare per sempre il mondo del SEO) avere un sito con contenuti di bassa qualità non ti permetterà di salire in alto nelle classifiche di Google. Perciò, se vuoi ottenere dei buoni risultati devi creare contenuti di valore. Poi, stai attento a non creare testi pieni di parole chiave, non originali, duplicati, di poca pertinenza. Inoltre, non offrire contenuti brevi ma sostanziosi (superando le 500 parole sei al minimo sindacabile…a 1000 va meglio ma puoi fare di più!). Attento però, gli algoritmi variano spesso. Oltre Panda, degni di nota sono Penguin e Fred.
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Rendere i contenuti delle pagine facilmente accessibili agli spider dei motori di ricerca
Avere un sito accessibile significa farlo leggere correttamente dagli spider. Successivamente, potranno indicizzare correttamente le informazioni offerte all’interno delle SERP del loro motore di ricerca. Rendergli la vita facile con un’esperienza semplice, offrendogli una scansione facile, migliora il posizionamento del sito web.
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Avere una qualità alta dei backlink
I link a ritroso, più comunemente chiamati backlink, sono – secondo i White hat – certamente uno dei fattori più importanti per ottenere una visibilità adeguata nei motori di ricerca. Offri link pertinenti, autoritari ed ovviamente rilevanti. Oltre questo devi stare attento anche a molte altre variabili che serviranno ad aumentare le visite sul sito web.
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Offrire una struttura del sito ben organizzata
Decidere l’architettura del sito web è fondamentale per avere la certezza di dare un’ottima esperienza al proprio pubblico di riferimento. Avere una gerarchia delle pagine ben studiata ed offrire collegamenti interni, ponderati strategicamente, serviranno a dare delle basi solide all’ottimizzazione delle pagine stesse del sito web.
La struttura del sito sarà meglio se creata per livelli. La pagina principale sarà collegata ad un livello secondario di pagine, il livello secondario si collegherà alle pagine di terzo livello, etc. Inoltre, stabilisci l’architettura con link interni fondati sulla UX (user experience) per dare risposte soddisfacenti alle necessità di chi naviga le pagine. In questo modo, il tuo sito sarà ben costruito ed avrà delle forti basi strutturali.
Come puoi ben capire, le tecniche SEO White hat sono generalmente dei fattori SEO che tendono a generare pagine e siti web evitando errori critici, collegamenti interrotti, strutture architettoniche scadenti, codici errati, link di bassa qualità, etc. Tutto questo è supportato da linee guida che possono essere studiate ed apprese, ma è bene affiancarle ad una buona esperienza pratica fatta di ore, ore, ore e ore sul campo di battaglia.
Tecniche SEO Black hat
Le tecniche SEO Black hat sono dei metodi SEO che cercano di aumentare la visibilità nei motori di ricerca utilizzando qualsiasi metodo possibile e necessario. In pratica, molti di questi metodi, non sono visti di buon grado dai motori di ricerca. In genere accade a causa della loro natura ingannevole, ma migliorano i risultati pressoché nell’immediato.
Però, quando sembra che il tuo sito sia presente anche nelle stanze vaticane del Papa, ecco che viene penalizzato. Big G non approva questi metodi. Purtroppo, i siti vengono penalizzati spesso con queste tecniche SEO, perdono posizioni nelle SERP oppure vengono totalmente eliminati dai risultati di ricerca.
Queste penalizzazioni vengono normalmente applicate automaticamente dagli algoritmi dei motori di ricerca, perché Internet è troppo grande per rendere praticabile la pulizia manuale dei siti web. Tuttavia, una volta scoperti (e stanne certo che lo scoprono), i motori di ricerca potrebbero agire contro coloro che utilizzano metodi SEO non etici.
Prendiamo ad esempio, probabilmente, la penalizzazione più famosa avvenuta su Google: quella della BMW Germania avvenuta nel ormai lontano 2006 per l’utilizzo di queste pratiche. Google riuscì ad intercettare le pratiche poco etiche di questo colosso automobilistico tedesco. Infatti, la BMW pur di apparire entro le primissime posizioni del motore di ricerca, riempì le pagine del proprio sito con centinaia di parole nascoste. Ovviamente, il sito web fu tolto dagli indici per ripresentarsi soltanto dopo le doverose modifiche.
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Il metodo SEO Black hat più noto
È quello di spammare e promuovere pagine irrilevanti, poco pertinenti e di bassa qualità, per pratiche principalmente commerciali. Bene, attraverso queste pagine, vengono sfruttate tecniche SEO ingannevoli per eludere gli algoritmi di ricerca. Purtroppo, spesso si confonde con delle tecniche non truffaldine. In pratica, il sito viene scoperto soltanto dopo diversi mesi, quando ormai ha già creato i risultati voluti da chi compie queste azioni ingannevoli.
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Altro esempio di tecniche SEO Black hat
Ancora qualche temerario lo pratica. In sostanza, inserisce parole chiave e link nascosti – dello stesso colore dello sfondo – all’interno dei contenuti delle pagine. In questo modo che non possano essere viste dagli utenti. Altra pratica utilizzata è quella di acquistare domini scaduti dove creare dei redirect 301 per ricevere, a cascata, tutti i link a ritroso che aveva quel dominio.
Come puoi vedere queste tecniche sono tutte ingannevoli, non curanti della qualità, della pertinenza e della sostenibilità dei risultati da conservare nel tempo. Dunque, un modo molto semplice per distinguere i due metodi SEO è la quantità di tempo che occorre per ottenere i risultati nei motori di ricerca.
Conclusioni
Le tecniche SEO white hat usano metodi che producono lenti risultati nel tempo, solo dopo approfonditi e accurati lavori nel sito. Ovviamente, queste tecniche otterranno una notevole visibilità protratta nel tempo e chiaramente la qualità sarà il fattore principe capace di far distinguere un buon lavoro da uno di bassa fattura. I metodi SEO black hat ti offrono risultati rapidi e molto spinti, la maggior parte, se non tutti, dei quali saranno ottenuti attraverso pratiche ingannevoli. In questo caso abbi la consapevolezza che la penalizzazione ti aspetta dietro l’angolo.
Proprio per questo se hai bisogno di qualcuno per posizionare il tuo sito web all’interno dei motori di ricerca, scegli sempre chi sfrutta tecniche che piacciono agli algoritmi dei motori, soprattutto Google. Un serio professionista non farà mai un lavoro utilizzando metodi ingannevoli e di Black hat SEO. Sarà lui a portare nelle prime posizioni di Google il tuo sito, ma lo farà con tecniche SEO White hat.